BRESCIA
CONCORSO
CENTRO CULTURA CONTEMPORANTEA
2000
La permanenza di una chiara struttura formale è certamente una delle caratteristiche più evidenti della “crociera” di S. Luca. La forma a T della nuova infermeria, documentata fin dal 1704, nonostante le profonde trasformazioni e il susseguirsi di diversi utilizzi essa sta a testimoniare come l’identità delle forme permane anche al succedersi di eventi traumatici (divisione in due porzioni, incendio, edificazione del fronte nord).
Questa chiara conformazione tipologica che appare evidente alla lettura planimetrica sia delle mappe storiche che dei recenti rilievi non si mostra mai al passante confermando un carattere “introverso” nei confronti della città, verso la quale si relaziona con le due discrete facciate gemelle settecentesche e l’ancor più celato accesso dell’ex cinema Crociera. La presenza di questo spazio urbano “segreto” offre un importante stimolo progettuale verso una nuova riconoscibilità della forma da scoprire con stupore.
Se il tipo si pone alla radice dell’architettura e degli elementi che la compongono possiamo osservare come in questo caso esso abbia costituito un elemento determinante nella definizione degli utilizzi e delle proposte progettuali che si sono succedute nel corso degli anni, sempre connesse ad un uso pubblico dell’edificio (soprattutto culturale e ludico - sportivo)
Diversa è la propensione alla trasformazione delle singole parti, essa è strettamente connessa alla molteplicità delle storie dell’edificio: lo spazio utilizzato dalla sala cinematografica, rimaneggiato da un incendio e da demolizioni che hanno comportato un’alterazione volumetrica, è identificabile come il più adatto ad essere recuperato con nuovi spazi e nuove fonti di luce naturale, divenendo l’elemento che compone continuità e discontinuità in una relazione inscindibile.
Il nuovo uso si pone così come un’altra storia altrettanto autentica di quelle che l’hanno preceduta, il progetto che ne delinea le forme e le funzioni intende rendere leggibile l’identità tipologica della “crociera” compenetrando spazi modificati con altri lasciati a testimoniare la vita dell’edificio.